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RIBELLIONE ANIMALE LANCIA IL LETAME SUL QUADRO DI PICASSO
MANTOVA - A Mantova, questa mattina attorno alle 11, durante la penultima giornata di mostra "Picasso a Palazzo Te. Poesia e salvezza", attiviste di Ribellione Animale hanno lanciato letame sul quadro ‘Femme couchée lisant’ di Picasso per denunciare "la presenza dell’azienda zootecnica Levoni tra i membri della Fondazione Palazzo Te, a fianco del Comune di Mantova, che ne è fondatore promotore".
Spiegano le attiviste in una nota: "L'ingresso nella Fondazione dell'azienda di Castellucchio, proprietaria anche di un mattatoio a Marcaria, è avvenuta nel 2022. L'attuale giunta del Comune di Mantova ha quindi avallato l'ingresso di Levoni all'interno della Fondazione del Palazzo, uno dei principali punti di riferimento artistici della città".
Il sindaco Palazzi su Facebook dopo aver pubblicato la foto con il letame ha commentato il gesto di Ribellione Animale: "Questa mattina, verso le undici, cinque attivisti animalisti di ‘ribellione animale’, due ragazze e tre ragazzi, di cui solo due della provincia di Mantova, hanno cosparso letame su un’opera di Picasso, nella nostra mostra a Palazzo TE. Il motivo del loro gesto? Levoni è socio sostenitore della Fondazione Palazzo TE. Per cui hanno pensato bene di provare a rovinare la mostra su Picasso. Nessun danneggiamento, l’opera è protetta dal vetro, ma potete immaginare il caos che si è generato. Il personale del museo ha subito chiamato i Carabinieri e abbiamo chiuso il Palazzo per oltre un’ora. Adesso tutto è stato ripulito e Palazzo TE è riaperto alle visite. Se per avere visibilità si arriva a gettare letame su un’opera di Picasso, per quanto protetta dal vetro, consiglio loro di rivedere la strategia emulativa di marketing, che appare ormai una moda, perché con questi gesti affossano le ragioni stesse della loro protesta. Così ottengono esattamente il risultato opposto di quello che auspicano. Ragioni, al netto dei loro rumori, che possono investire la politica con idee equilibrate e piani di lungo termine, sulle quali non c’è alcun timore a discutere. Ma così no. Così è solo un gesto ignorante fatto su un bene comune, l’arte. Ringrazio il personale del museo che ha prontamente ristabilito le condizioni di apertura e i tanti visitatori che hanno dovuto pazientare oltre un’ora per quanto accaduto".
In una ampia nota inviata alla stampa Ribellione Animale ha articolato il suo gesto in alcuni punti che qui riportiamo:
"L'azione
"Crediamo che, in una fase storica in cui finalmente, a livello nazionale ed internazionale, gli allevamenti vengono riconosciuti come un problema etico e ambientale, sia responsabilità della politica trattare le aziende come Levoni, che dagli allevamenti si riforniscono e detengono la proprietà di mattatoi, come responsabili di devastazione ambientale e di negazione dei più basilari diritti degli animali, e di impedire che si presentino agli occhi dei cittadini come realtà positive", dichiara Eleonora, una delle attiviste della contestazione che prosegue da alcuni mesi in città. "Non riteniamo possa esistere un modo etico di sfruttare e uccidere animali, Levoni ha un fatturato milionario e ha deciso di utilizzare il suo potere economico e mediatico per effettuare greenwashing e socialwashing nella nostra provincia, provando in ogni modo a vendersi come azienda che fa del bene al territorio. Sappiamo invece che è esattamente il contrario e oggi abbiamo voluto ricordare che cosa veramente porta Levoni alla città di Mantova".
La campagna
La manifestazione si inserisce in una campagna di protesta iniziata nel maggio scorso a Mantova - "No Food No Science", dall'opposizione alle sponsorizzazioni di multinazionali della zootecnia di Food & Science Festival, e si ricollega, negli slogan, a quanto avvenuto a Festivaletteratura 2024, a settembre, quando due attiviste si sono incollate in piazza Sordello per denunciare la sponsorizzazione del festival da parte di Levoni, e quindi, anche in quel caso, il contributo economico di un'azienda basata sull'oppressione animale dietro un evento culturale. Le proteste sono state due nel giro di pochi giorni, in quanto erano state colpite con tempera rossa e verde anche le insegne di Levoni alle porte di Castellucchio, con uno striscione che chiedeva a Festivaletteratura di prendere le distanze da Levoni.
La risposta delle istituzioni e di Levoni
Mentre Festivaletteratura ha mostrato apertura di fronte alle richieste delle attiviste, promettendo uno spazio per parlare del tema all'interno della prossima edizione dell'evento e un cambiamento della politica di sponsorizzazione, il salumificio mantovano ha invece risposto con delle querele per diffamazione per le parole pronunciate al megafono dalle attiviste, chiaro segno di quanto sia poco disposta a tollerare il dissenso contro le sue attività. "Ci siamo rivolti alla Giunta del Comune di Mantova più di 6 mesi fa" dichiara Valeria di Ribellione Animale, "dopo aver ricevuto innumerevoli denunce per aver semplicemente aperto degli striscioni di protesta, non abbiamo ricevuto alcuna risposta alle nostre richieste e nulla è stato fatto affinché la nostra città smettesse di presentarsi al resto d'Italia come la culla degli allevamenti. Infatti negli scorsi mesi abbiamo addirittura visto politici che stringevano la mano a proprietari di mattatoi come se si trattassero di benefattori. Continueremo fino a quando le cose non cambieranno, e prenderemo di mira tutti coloro che collaborano con Levoni, perché crediamo rappresenti un simbolo di come l'industria zootecnica tenti di ripulirsi la faccia vendendosi per ciò che non è"
Le richieste
Le richieste mirano quindi a un allontanamento del Comune di Mantova e dei restanti membri della Fondazione Palazzo Te da questo marchio. Negli ultimi mesi, undici allevamenti che riforniscono Levoni sono infatti sotto indagine dei NAS per maltrattamenti sugli animali e precarie condizioni igieniche. Neanche di fronte a queste irregolarità coloro che a Mantova affiancano il proprio nome a quello di Levoni in ogni evento culturale ne hanno preso le distanze.
"Crediamo che ora sia il momento di farlo. Il modo in cui l'apparato repressivo dello Stato ha risposto alle nostre proteste in questi mesi, è segno che stiamo intraprendendo la strada giusta. Allo stesso modo, la risposta di un'azienda che decide di utilizzare la giustizia per zittire cittadine comuni, è per noi segno che stiamo facendo qualcosa di efficace e che colpisce coloro che stiamo prendendo di mira", conclude Lorenzo, membro di Scientist Rebellion Italia, movimento di scienziati che denuncia le implicazioni del collasso eco-climatico.
A maggio, anche Scientist Rebellion Italia e altre attiviste antispeciste avevano partecipato alla campagna "No Food No Science" contestando la presenza di Levoni tra gli sponsor all'interno del celebre Food & Science Festival a Mantova fin dalla prima azione in città. Il gruppo No Food No Science annuncia una nuova mobilitazione a maggio 2025, quando si terrà la nuova edizione dell'evento F&S Festival che si propone di mettere in comunicazione mondo della scienza e mondo dell'agricoltura".
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