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INTELLIGENZA ARTIFICIALE E DEMOCRAZIA. DIBATTITO A FESTIVALETTERATURA

Redazione 07-09-2024 11:34:26 3

MANTOVA - Nell’ambito del Festivaletteratura si è svolto ieri un interessante evento sull’impatto delle tecnologie legate all’intelligenza artificiale nella nostra società. Per rendere l’incontro più coinvolgente si è usato il metodo denominato Oxford Style, utile quando i problemi trattati sono complessi e già usato in passate edizioni del festival con successo. Questo metodo consiste nel presentare due tesi contrapposte da parte di esperti che parlano per un tempo limitato ciascuno. Il pubblico è invitato a votare all’inizio della discussione e alla fine per constatare se le opinioni dopo gli interventi degli esperti sono mutate. L’incontro è stato introdotto da Andrea Pareschi, politologo, che ha aperto la discussione ricordando che l’Unione Europea, molto attenta ai possibili pericoli per le società democratiche di uno sviluppo non controllato di queste tecnologie in mano a privati, ha varato un Regolamento Europeo 1689/2024 già entrato in vigore. Successivamente sono stati presentati gli esperti che dovevano sostenere la tesi per il sì (l’intelligenza artificiale migliorerà le nostre società) e per il no (i potenziali pericoli peggioreranno la nostra vita). Il pubblico è stato invitato a votare ed il risultato è stato: Sì 78 – No 59 – Astenuti 30.

Ha parlato per primo Paolo Bottazzini, laureato in filosofia e che si occupa di media digitali, rappresentante del Sì. Lo studioso ha affermato che cosa è per ora l’IA da non confondere con l’IA generale che funziona come il nostro cervello ma che non esiste ancora ed è quindi inutile parlarne. Anche applicazioni come ChatGPT in grado di produrre testi complessi e conversazioni funzionano confrontando enormi moli di dati ma non “capiscono” quello che producono. Per ora l’IA corrente è un valido aiuto in campi quali la medicina, la biologia etc. e semplifica molto il lavoro dei professionisti.

Per il No si è espressa Teresa Numerico, professoressa associata in Logica e Filosofia della Scienza all’Università Roma 3, che dopo aver parlato di machine learning e reti neurali ha fatto notare come le enormi moli di dati dalle quali attingono le applicazioni di IA appartengono al passato e le scelte di queste macchine sono conservatrici, non c’è progresso. Prendendo un esempio semplice se si chiede all’IA un modello di bella donna questa risponde con: bionda e occhi azzurri, esempio più diffuso nelle società occidentali. Si perde la creatività e l’innovazione.

Successivamente per il Sì è intervenuto Emanuele Arielli, filosofo che insegna presso la facoltà di Design e Arti dell’Università IUAV di Venezia, facendo notare che le applicazioni di IA oltre che aiutare i professionisti e gli studiosi possono essere un valido ausilio per le persone svantaggiate o anziane con importanti meccanismi di controllo. Con l’IA si può avere un tutoraggio negli studi sfruttabile da studenti che non possono permettersi lezioni private. Favoriscono un processo di democratizzazione.

Infine per il No ha parlato Marco Filoni, professore associato di Filosofia politica presso la Link Campus University di Roma. Se è vero, come affermato dai colleghi, che le applicazioni di IA ci hanno migliorato la vita dobbiamo anche domandarci a che prezzo. Il futuro ce lo suggerisce la piattaforma che è gestita da privati il cui obiettivo primo è il profitto e non la democrazia. Occorrono strumenti di controllo.

Su invito di Andrea Pareschi gli esperti sono intervenuti per sostenere le proprie tesi altre 2 volte. Infine il pubblico è stato invitato a votare  ed il risultato ha visto diminuire gli astenuti convinti dalle tesi di Arielli, Bottazzini, Filoni, Numerico.

Mara Moretti